venerdì 31 maggio 2013

PIAZZA OHM - Vittima dell'assessorato al Cattivo Gusto.

Milano è una città con un'indole artistica e dal pollice verde. La città del design e dell'architettura. In Europa sono in pochi a pensarlo veramente dopo averla vista. Ma non è mai troppo tardi per cambiare idea.

Piazza Ohm (periferia nella zona Barona) è stata sacrif..immolat..dedicata a questo scopo.
Ce lo spiega con parole sue l’assessore ai Lavori pubblici e Infrastrutture Bruno Simini: 'Si tratta di un’area compresa tra elementi storici di grande pregio, come via Morimondo, la chiesa di Santa Rita da Cascia e San Cristoforo, in cui dal nulla verrà inventato un giardino. Un esempio che contiene elementi imprescindibili per ogni riqualificazione: far nascere dal niente una serie di cose che Milano aspetta, come il verde, spazi vivibili per anziani, famiglie e bambini, piste ciclabili, luce, sosta per le auto'.

piazza ohm milano
L'assessore non solo è bravo ad 'inventare giardini' (solo per questa espressione dovrebbe dare le dimissioni) ma anche a spiegare in maniera approfondita dove risiede il pregio in Santa Rita da Cascia (quartiere famoso come dormitorio) e il rapporto di piazza Ohm con San Cristoforo che dista in linea d'aria più di un chilometro. Lui fa nascere dal niente le cose che Milano aspetta. E lui sa bene cosa Milano si aspetta (a parte le sue dimissioni). Il risultato lo potete vedere in foto. Lo descrivo a titolo didascalico e lo traduco dall'assessorese, lingua onirica e romantica ma poco realistica. Per la modica cifra di 3,5 milioni di euro (!!!) piazza Ohm, termine di un cavalcavia in dissesto totale con macchine che sfrecciano a 100 all'ora e mega incrocio con via Ponti, è stato piantumato con siepi a crescita lentissima (follia che vi può confermare qualsiasi giardiniere), decorato con una pista ciclabile di 200 metri che finisce nel nulla e data in mano (o in pasto) a qualche artista pazzo che ha eretto due atroci 'cose' (nessuno ha ancora dato loro un nome) pendenti con sotto delle panchine dello stesso colore, bianco (ottima scelta da abbinare allo smog).

Ora, ci chiediamo quanta parte dello stanziamento è servito ad erigere i mostri stile 'Guerra dei Mondi' e soprattutto chi decide. Chi stabilisce cosa è arte o cosa è bello? Chi si arroga il diritto di piantare delle trofie giganti (o degli spinelli prefabbricati), in una piazza davanti all'attonito disappunto dei cittadini? 
E soprattutto al caro assessore si dovrebbe chiedere: quale presunzione ti autorizza a erigere questa porcheria al posto di piantare due grandi alberi e rinfrescare un piazza avvilita dal traffico e dal caldo estivo. Immaginate la scena goffa di 2 nonni con bambini seduti sulle panchine bianche ingrigite col sole a picco cercando l'ombra delle 'cose' che come quella di un obelisco storto si sposta ogni minuto.

Questa è l'ennesima prova di ignoranza, cattivo gusto e impreparazione. Ci auguriamo non di dolo.

In questo articolo usiamo, ringraziando, le foto da urbanfile.org che ben descrivono lo scempio di denaro e di genio italico. Applausi, risa o lacrime, fate voi.

piazza ohm milano 20143


piazza ohm milano 20143
PS
Nella sua lirica, l'assessore, profondo conoscitore del quartiere e di Milano, ha omesso l'unica cosa da dire su questa zona. Questa è una parte di Milano ricca di storia. Storia industriale però. Solo gli ignoranti citano presunte bellezze artistiche (pescate a caso e fuoriluogo) e dimenticano le origini (degnissime) di un territorio.

Qui sorgeva la Richard Ginori, fabbrica di ceramiche di importanza strategica per la città e per l'Italia. Qualche decennio fa i capannoni che ancora affacciano su via Ludovico il Moro sono stati (giudicate voi) migliorati con dei palazzoni verdognoli. In via Watt, splendida via che l'assessore probabilmente ignora, c'è ancora l'asilo legato all'antica fabbrica, memoria degli ideali Umanitari e Socialisti della Milano inizio secolo. Molto vicina a piazza Ohm (da oggi descritta come quella 'coi cannoni') c'è anche la Fornace di via Cottolengo (ancora attiva) per ceramiche e terra cotta, con macchinari dei primi '900. Naturalmente sono cose in mano a privati cittadini e alla loro caparbietà. Cose che il comune ignora e non sovvenziona. Alcuni dei capannoni in foto non ci sono più da qualche giorno. La piazza 'rinasce' cancellando la storia industriale e facendo spazio a mediocri formicai che rimangono per lo più invenduti..

mercoledì 29 maggio 2013

STAZIONE DELLA BULLONA - Scusate un secondo, ma pensate che non ce ne accorgiamo?

Se c'è una cosa più inurbana dell'inurbano è il procedere, ostinatamente e senza sosta, nella direzione contraria al buon senso e al civismo, pur dopo aver finto di aver inteso dei messaggi che erano stati veicolati in maniera corretta.

A noi spiace molto, perché stiamo parlando della Stazione Bullona delle Ferrovie Nord di Milano, già trattata su questo blog e molto amata dal sottoscritto e dal quartiere che la circonda.

Attorno questa piccola palazzina liberty si sono scritte e dette fin troppe cose. Assicurazioni riguardo la destinazione d'uso, scuse, contro scuse, idee, voli dello spirito, proclama istituzionali, articoli di giornale, lettere al Corriere, di tutto.

Non si riesce a capire com'è che possano credere che non ce ne accorgiamo: l'hanno sventrata in pochi giorni, hanno segato la vecchia balaustra novecentesca e, cosa ancora più grave, il cantiere è aperto senza alcun cartello che indichi natura, tempi, committenza, responsabilità e costi dei lavori.

In pratica domani potremmo scoprire che il ristorante lì affianco, quello che l'aveva recintata per poi installarvi un bancone da bar da lasciare abbandonato, ci sta costruendo i propri cessi, oppure che l'oratorio ha recuperato uno splendido luogo dove fare rimessaggio di bici e motorini, dopo l'utilizzo dell'area a parcheggio. Il tutto senza preavviso, senza dir niente, come se fosse giusto e concepibile.

Come sempre: avanti così, avete tutto l'appoggio di non si sa bene chi. E non si sa nemmeno bene chi siete, visto che manca il cartello che, crediamo, la legge vi imponga di esporre.




giovedì 16 maggio 2013

ATM - Quelle cose un po' così..

Ok, ok, trovare qualcosa che non va nell'ATM è come sparare sulla croce rossa, ma quando una municipalizzata riesce ad inanellare il record d'inefficienza e carenza di servizio bisogna pur celebrare.

Cercherò di farlo senza tediarvi come al solito. Lascio parlare le immagini con qualche didascalia.



Quello che una volta si chiamava Jumbo Tram e ora (chissà perchè poi) si chiama Sirietto è l'emblema della miopia progettuale. Nato per percorrere vie e incroci trafficatissimi e rarissime vie preferenziali, questo veicolo lungo 35 metri con costosissimo parabrezza aerodinamico (!!!) da qualche anno accorciato a (soli?) 25 metri e con vetro piatto è evidentemente la prima causa di congestione degli incroci. La logica di diminuire i conducenti e aumentare la capienza dei mezzi poi ha peggiorato il mostro: attese lunghe, saune fuori stagione o mezzi con 4 motori che viaggiano caricando solo 15 persone. Alla faccia della prosopopea Morattiana: 'abbiamo il tram più lungo d'Europa'.

Ma al di là di tutto ciò, e rimpiangendo l'agilità e l'intelligenza dei vecchi tram, quel che vi mostro è l'abbandono, la pericolosità e l'inadeguatezza normativa che l'ATM riserva al pubblico milanese, noi.

Ad occhio e croce mancano completamente gli estintori (d'obbligo per legge) però c'è la maniglia di carnevale, quella che ti frega nel fragore di una risata generale (infondo la gente paga il biglietto). C'è una sola obliteratrice in coda (parliamo di 3 vagoni) e una vecchia del tutto inutile. Per non parlare dell' unica entrata per gli handicappati che oltretutto non riusciranno mai a salire sulla pensilina in mezzo alla strada.


Ma veniamo ai mezzi strategici del trasporto comunale. Ecco a voi la MM che non si accontenta di regalare l'ebrezza di tempi d'attesa di 15 minuti alle ore 20.00, ma condisce la cosa con quel pizzico di cinico sarcasmo tutto municipale, chiudendo tutte le entrate salvo una.

Qui siamo a Cairoli la sera (non la notte). Delle 5 entrate (o uscite se siete ancor più di fretta) una sola è aperta. E' molto chiaro, anche perché indicato da un cartello in ogni scala: 'Utilizzare l'ingresso lato-angolo Standa'. Non vi ricordate una Standa in Cairoli? Chiedete ai vostri genitori. Comunque finché c'é la salute chi se ne frega di 50 metri in più o in meno.

Nel caso invece non abbiate la gamba atletica e vogliate sperimentare l'ebrezza della primordiale rampa mobile (ATM si ostina a non investire in ascensori), allora sono cavoli vostri. La strada è sbarrata e probabilmente non c'è il personale per assistervi (a Milano in una stazione standard ci sono solitamente 2 impiegati a differenza di Parigi, numerosissimi, e di Berlino che ha personale anche sui binari).

Fin qui un paese del terzo mondo, ma  l'italianità viene subito fuori quando si tratta del vile denaro. Il primo indizio è la poverata che l'azienda municipalizzata perpetua negli ATM Point. Se sei un comune viaggiatore (proprio il genere che maggiormente necessita assistenza, chiarimenti e informazioni), per accedere all'ufficio vicino ai tornelli non hai altra scelta che uscire dalla stazione perdendo il biglietto. Eppure l'entrata con le fotocellule è anche all'interno della stazione. Si però è bloccata. La foto che vi sareste aspettati non c'è. Mi volevano sequestrare il telefonino..motivi di sicurezza!

Poi c'è il capitolo Bike Me. Vi siete mai chiesti che bisogno c'era di comprare bici e servizio da un produttore francese (quello che fornisce il servizio a Parigi)? E come mai per ogni parcheggio Bike Me c'è un orrendo manifesto luminoso rotante di una nota multinazionale della comunicazione? Perché la fornitura del servizio è uno scambio tra concessioni e biciclette. Il che potrebbe essere equo se non devastasse la città di pubblicità. Lo stesso vale per le nuove pensiline. Dov'è il problema allora? Il problema è tutto nell'onestà intellettuale di chi vi spiega quante belle cosine ci vengono date in cambio dell'aumento del 33% del biglietto, mentre gli investimenti seri di manutenzione, messa in sicurezza, accessibilità alle categorie protette non vengono eseguiti.

E così ATM riesce a farci sorridere ogni giorno. Ad esempio ricordando che non cambia le scale mobili dal 1964 e che per ripararle chiede tempi biblici (foto scattata a marzo). Pertanto non stupitevi se per risalire in superficie dovete fare un po' di movimento. Magari avete 80 anni, venite valigiati dall'aeroporto dopo 30 minuti di 73 o siete incinta.




mercoledì 8 maggio 2013

NU.I.R. - Pat Problème


Esistono anche in altre città o solo a Milano? 
I NU.I.R, Nuclei di Intervento Rapido, con un acronimo da glorioso battaglione del ventennio, sono la squadra che interviene in caso di infrastrutture (strade, cartelli, lampioni..) malferme, rotte o pericolanti. Certamente vi sarà capitato di imbattervi in una transenna come quella nella foto. Ecco, sono loro che 'intervengono' con la reattività della burocrazia comunale, dopo l'ennesima segnalazione di cittadini imbestialiti o dopo qualche ferito che, rantolante, si rivolge all'assicurazione.

Se un ciclista è finito in una voragine (fatto quotidiano a Milano), se un muretto è franato, se un tombino è saltato, troverete una segnaletica simile recante l'effige dei nostri supereroi. 
In molti si chiedono quale possa essere lo scopo di tali interventi visto che la città ne è persistentemente piena. Dico persistentemente perché i casi si sommano all'infinito poichè, quasi sempre, una volta riscontrato il pericolo non segue una riparazione. Infatti lo scopo dei NU.I.R. non è riparare (ogni tanto versano pece rapida nelle buche, ma niente di più) ma segnalare. In pratica fanno notare che, passando di lì, hanno preso atto di uno stato di pericolo, degrado o (quasi sempre) grave carenza di manutenzione. Affrontare e risolvere il problema non è affar loro.

Qui nelle foto uno dei tanti apprezzabili, definitivi ed essenziali interventi: via Cesare Correnti, torretta per chamate taxi con evidenti segni di degrado e decadenza, buttata giù da qualche auto in manovra. Si noti l'importanza della segnalazione. Nessuno si sarebbe mai accorto dell'inghippo giallo di 2 metri sdraiato obliquo sullo stretto marciapiede.

Se vi state chiedendo qual è il vantaggio di avere un gruppo di segnalatori scelti nella prodigiosa macchina comunale e al contempo anche una continua inadempienza nel riparare lo sfascio, la risposta è tutta nel codice civile.  Il comune è responsabile di ciò che costruisce, installa, amministra. E sebbene nessuno lo obblighi a investire nella manutenzione, nella conservazione e nell'affrontare le emergenze, rimane responsabile di eventuali danni (le famose cose e persone). Pertanto, al fine di non rispondere con cospicui risarcimenti, l'amministrazione non ripara nè aggiusta, ma segnala. 
Uomo avvisato mezzo salvato, questa è la logica delle transenne dei NU.I.R, dei cartelli 'strada dissestata', dei nastri a strisce e di altri accidenti vicino pezzi e cadaveri di città che rimangono in loco per anni. Se vi tormenta il pensiero di scoprire com'è fatta dentro una colonna dei taxi, non affrettatevi, ne avete di tempo per andare a curiosare.

Nell'altra foto: via Giambellino, i NU.I.R. sono passati a "segnalare" il parapetto pericolante lungo le rotaie del tram. Il colore rosso vivido del nastro a strisce lascia pensare che 'passarono' tanto tempo fa.