Piazza Ohm (periferia nella zona Barona) è stata sacrif..immolat..dedicata a questo scopo.
Ce lo spiega con parole sue l’assessore ai Lavori pubblici e Infrastrutture Bruno Simini: 'Si tratta di un’area compresa tra elementi storici di grande pregio, come via Morimondo, la chiesa di Santa Rita da Cascia e San Cristoforo, in cui dal nulla verrà inventato un giardino. Un esempio che contiene elementi imprescindibili per ogni riqualificazione: far nascere dal niente una serie di cose che Milano aspetta, come il verde, spazi vivibili per anziani, famiglie e bambini, piste ciclabili, luce, sosta per le auto'.
L'assessore non solo è bravo ad 'inventare giardini' (solo per questa espressione dovrebbe dare le dimissioni) ma anche a spiegare in maniera approfondita dove risiede il pregio in Santa Rita da Cascia (quartiere famoso come dormitorio) e il rapporto di piazza Ohm con San Cristoforo che dista in linea d'aria più di un chilometro. Lui fa nascere dal niente le cose che Milano aspetta. E lui sa bene cosa Milano si aspetta (a parte le sue dimissioni). Il risultato lo potete vedere in foto. Lo descrivo a titolo didascalico e lo traduco dall'assessorese, lingua onirica e romantica ma poco realistica. Per la modica cifra di 3,5 milioni di euro (!!!) piazza Ohm, termine di un cavalcavia in dissesto totale con macchine che sfrecciano a 100 all'ora e mega incrocio con via Ponti, è stato piantumato con siepi a crescita lentissima (follia che vi può confermare qualsiasi giardiniere), decorato con una pista ciclabile di 200 metri che finisce nel nulla e data in mano (o in pasto) a qualche artista pazzo che ha eretto due atroci 'cose' (nessuno ha ancora dato loro un nome) pendenti con sotto delle panchine dello stesso colore, bianco (ottima scelta da abbinare allo smog).
Ora, ci chiediamo quanta parte dello stanziamento è servito ad erigere i mostri stile 'Guerra dei Mondi' e soprattutto chi decide. Chi stabilisce cosa è arte o cosa è bello? Chi si arroga il diritto di piantare delle trofie giganti (o degli spinelli prefabbricati), in una piazza davanti all'attonito disappunto dei cittadini?
E soprattutto al caro assessore si dovrebbe chiedere: quale presunzione ti autorizza a erigere questa porcheria al posto di piantare due grandi alberi e rinfrescare un piazza avvilita dal traffico e dal caldo estivo. Immaginate la scena goffa di 2 nonni con bambini seduti sulle panchine bianche ingrigite col sole a picco cercando l'ombra delle 'cose' che come quella di un obelisco storto si sposta ogni minuto.
Questa è l'ennesima prova di ignoranza, cattivo gusto e impreparazione. Ci auguriamo non di dolo.
In questo articolo usiamo, ringraziando, le foto da urbanfile.org che ben descrivono lo scempio di denaro e di genio italico. Applausi, risa o lacrime, fate voi.
Comunque, non lo diciamo solo noi:
Corriere della Sera: ..forse perché è proprio di fronte ai palazzi di Ligresti
Urbanfile.org: I Cannoni di piazza Ohm
PS
Nella sua lirica, l'assessore, profondo conoscitore del quartiere e di Milano, ha omesso l'unica cosa da dire su questa zona. Questa è una parte di Milano ricca di storia. Storia industriale però. Solo gli ignoranti citano presunte bellezze artistiche (pescate a caso e fuoriluogo) e dimenticano le origini (degnissime) di un territorio.
Qui sorgeva la Richard Ginori, fabbrica di ceramiche di importanza strategica per la città e per l'Italia. Qualche decennio fa i capannoni che ancora affacciano su via Ludovico il Moro sono stati (giudicate voi) migliorati con dei palazzoni verdognoli. In via Watt, splendida via che l'assessore probabilmente ignora, c'è ancora l'asilo legato all'antica fabbrica, memoria degli ideali Umanitari e Socialisti della Milano inizio secolo. Molto vicina a piazza Ohm (da oggi descritta come quella 'coi cannoni') c'è anche la Fornace di via Cottolengo (ancora attiva) per ceramiche e terra cotta, con macchinari dei primi '900. Naturalmente sono cose in mano a privati cittadini e alla loro caparbietà. Cose che il comune ignora e non sovvenziona. Alcuni dei capannoni in foto non ci sono più da qualche giorno. La piazza 'rinasce' cancellando la storia industriale e facendo spazio a mediocri formicai che rimangono per lo più invenduti..