giovedì 12 aprile 2012

IL MURETTO - Con supervincolo del Mega Direttore.

In quel ramo del corso Vittorio Emanuele di Milano che porta al Largo Corsia dei Servi, un tempo, erano soliti passare il pomeriggio i migliori breaker ed Mc del Nord Italia. Si sfidavano, si divertivano e davano spettacolo, gratuitamente. Quel luogo si chiamava “Muretto”, era una specie di Mecca per i b-boy del Bel Paese ed una scala (Bene Architettonico super-vincolato dalla Soprintendenza) portava i ragazzi ed i turisti al “Mac del Muretto”, dove mangiavi il tuo insano hamburger a mille lire.
Forse non esattamente il più chiaro concetto di “viver bene”, ma attenzione, da qui comincia la nostra storia…
Prima fu il turno delle borchie al pavimento. Colpo di genio: per evitare il “fastidioso” spettacolo si fecero dei “civili” buchi al pavimento (giusto sotto la scalinata vincolata) e vennero applicate le suddette placche di rame, sulle quali non era più così semplice roteare sulla testa. Poi arrivò la chiusura del passaggio (con scalinata vincolata): per “ridare vita” al centro di Milano l’area viene ceduta al megastore di una famosa marca di vestiti.
Milanesi, volete usare il passaggio? Potete dalle 9.00 alle 20.00.
GENI. QUESTO SI' CHE E’ VIVERE BENE.
PSS - Post Scritptum Serio -
Giusto per essere chiari, il Muretto era senza esagerare una delle massime espressione della cultura Hip Hop italiana.  Domandone da 1000 punti: perché all'entrata del PAC ci sono gli sticke di BLU, alla Fabbrica del Vapore si dedica una mostra-proiezione al documentario Exit through the gift shop (con un anno di ritardo, ma grande successo di pubblico) e a febbraio è stata realizzat una bellissima mostra di Ozmo al Museo del Novecento (a non più di 500mt dal Muretto)? Era così necessario metterli in gabbia?

Milano - Corso Vittorio Emanuele 24-28

2 commenti:

  1. ..2 sono i motivi. Secondo me.
    Dove ci sono i negozi l'attenzione deve focalizzarsi sulle vetrine, i flussi di persone non devono essere interrotti. Il fatto che chi guarda i'breaker' guarda inavvertitamente anche le vetrine è una forma di marketing che sfugge al caponegozio. Per questo New York è New york e Milano è Milano.

    Il secondo motivo è che destiniamo gli spazi a una funzione, convinti che la gente sia come le statuette che popolano il presepe. Solo che nel presepe ci sono pecore e pastori ma non breaker.

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  2. D'accordissmo con te in generale, ma a Milano è successo qualcosa di peggiore, il passaggio in questione è stato chiuso da un "intervento" architettonico e trasformato in un megastore... di fatto non esiste più...

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