lunedì 7 maggio 2012

STAY URBAN #2 - Smart parking.

L'irragionevole bruttezza e il sacrificio di alberi, verde e spazi pubblici ci hanno abituati a pensare che un parcheggio interrato debba essere obbligatoriamente una emerita schifezza (come quello di piazza Gramsci per esempio). E invece no.
Quello all'incrocio tra via Pallavicino e via Rossetti è la testimonianza di un progetto intelligente.
Attenzione però, in Italia un buon risultato non può che essere un parto lungo e doloroso. Normalmente una qualsiasi opera (potremmo dire pubblica ma questi parcheggi non sono pubblici, sono box) deve partire con un imbroglio o con un sacrificio imposto ai cittadini. Inizialmente l'idea fu di molestare tutti gli abitanti della zona per dare vantaggio alla sola impresa costruttrice.

Con l'avvallo del comune la prima mossa geniale fu di piazzarlo proprio sotto al parco di via Pallavicino (zona blu della foto). Tantissime le proteste ed anche l'occupazione del suolo da parte di pochi ma determinati cittadini in contrapposizione alla falsa idea di progresso che, tra tutte le opzioni, sceglie sempre quella che massimizza il profitto.

In poche parole dopo lunghi mesi di lotta si preferì l'unica soluzione ragionevole se non addirittura banale: il posto giusto per la rimessa delle auto che circolano sulla carreggiata è la strada stessa..ma sotto (zona gialla nella foto, cliccate per ingrandire).

Nelle foto: mezzeria della strada con prese d'aria per arezione, l'apertura sull'esterno e un primo piano su un dettaglio architettonico: un parcheggio può anche non essere brutto bensì valorizzare il territorio.

PS: si noti come a dispetto di un buon risultato, successivamente qualche tenace fan dello stile Famagosta ha pensato bene di dipingere delle belle righe celesti, stile casello autostradale. Gli ottusi hanno sempre bisogno di ridurre e semplificare tracciando linee e barriere per ordinare la complessità dello spazio. Almeno un writer scrive storto.



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